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Bulgari e il Cinema: un amore d’altri tempi che guarda al futuro

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Da oltre settant’anni, Bulgari e il cinema vivono una storia d’amore ininterrotta. Non si tratta solo di gioielli indossati da attrici famose, ma di un legame costruito sul tempo, sull’estetica e sulla narrazione. In un talk speciale con Piera Detassis, tenutosi nella storica boutique di via Montenapoleone a Milano, si è ripercorsa questa relazione tra la maison romana e la settima arte, una connessione fatta di premi, storie d’amore iconiche, e dettagli che hanno fatto la differenza nei film più amati.

Le origini: dagli anni della Dolce Vita ai David di Donatello

Il sodalizio tra Bulgari e il cinema comincia nei ruggenti anni della Dolce Vita, quando Roma era il centro di un fermento culturale unico. Ma è nel 1956 che il legame diventa tangibile: Bulgari realizza le prime statuette per i David di Donatello, in oro zecchino e dal peso di un chilo e mezzo. Una scelta di assoluto prestigio, che segna la volontà di unire arte orafa e cinematografica. A differenza degli Oscar, i David erano veri gioielli: opere d’arte a tutti gli effetti.

Questa collaborazione non si è fermata alla sola produzione dei premi. Attraverso attrici come Gina Lollobrigida, Anna Magnani ed Elizabeth Taylor, i gioielli Bulgari sono diventati parte integrante della scena. Non oggetti di scena qualsiasi, ma elementi capaci di raccontare caratteri, epoche e desideri. Così è iniziata una lunga avventura, fatta di complicità creativa e scelte personali che hanno segnato lo stile stesso di tanti film.

Quando il gioiello diventa protagonista sul set

Alcuni episodi raccontati da Piera Detassis nel talk rivelano il valore quasi simbolico che i gioielli Bulgari hanno assunto nel cinema. Come nella scena cult di Casino di Martin Scorsese, in cui Sharon Stone riceve da De Niro una valigia di gioielli. Quella scatola, in realtà, era un contenitore per posate d’argento spedito da Roma a New York per contenere le linee più importanti degli anni ’90. Un dettaglio che mostra quanto, anche dietro le quinte, nulla fosse lasciato al caso.

Ma è il film Boom! (1968), girato in Sardegna da Joseph Losey, a raccontare una vera e propria epopea: Elizabeth Taylor indossava i suoi autentici gioielli Bulgari, custoditi sul set da guardie armate per mesi. Un gesto che testimonia il valore affettivo e culturale attribuito a quei pezzi, che non erano accessori “in prestito”, ma parti di sé. All’epoca, molte attrici preferivano acquistare personalmente ciò che avrebbero indossato, rendendo i loro look frutto di scelte intime, non imposte dai costumisti.

Taylor, Burton e Bulgari: una storia che ha fatto la storia

Il rapporto tra Elizabeth Taylor, Richard Burton e Bulgari è probabilmente il più celebre in questo triangolo tra cinema, amore e gioielli. Durante le riprese di Cleopatra (1963), Burton chiese a Gianni Bulgari i migliori smeraldi della boutique per regalarli a Taylor. La vicenda – che coinvolse anche la moglie di Burton, ignara che l’anello fosse per un’altra donna – è diventata una delle storie più raccontate di Hollywood.

Tra gli oggetti simbolo di questa relazione ci sono anche la spilla con smeraldi e diamanti indossata da Taylor al matrimonio con Burton, e gli otto gioielli acquistati da Bulgari all’asta nel 2011 dopo la morte dell’attrice, oggi parte della collezione Heritage. Questo racconto, che intreccia lusso, sentimento e mito, incarna perfettamente il modo in cui Bulgari ha saputo diventare protagonista di storie vere tanto quanto di quelle sul grande schermo.

Oggi e domani: tra Davidino, nuovi talenti e sostenibilità

La passione di Bulgari per il cinema non si è mai spenta. Dopo una pausa, il legame si è riacceso nel 2004, in occasione del 50° anniversario dei David di Donatello. Più recentemente, la maison ha lanciato il premio David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars, simbolicamente rappresentato da statuette più piccole chiamate Davidino: metà altezza, in argento placcato oro, e con base sostenibile. Un gesto che celebra i nuovi volti del cinema, ma anche un impegno verso un futuro responsabile.

Non si tratta solo di una scelta estetica o celebrativa. È un segno che Bulgari continua a vedere il cinema come uno spazio di racconto e trasformazione. I suoi oggetti non sono solo lussuosi: sono testimonianze, memorie indossabili, dettagli che fanno storia. Ed è proprio questa visione – fatta di cura, narrazione e presenza – a rendere la relazione tra Bulgari e la settima arte qualcosa di irripetibile.

Quella tra Bulgari e il cinema non è una semplice collaborazione. È un rapporto vivo, fatto di oggetti che brillano sullo schermo e nel cuore del pubblico. Una storia che attraversa decenni, sceneggiature, passioni e rivoluzioni estetiche. E che oggi continua a reinventarsi, sostenendo giovani talenti e dialogando con i linguaggi contemporanei. Perché, come ogni grande amore, anche questo non conosce fine.

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