Nove anni fa, Caterina e Francesco hanno lasciato la città per un bosco nei pressi di Lajatico. Da quel gesto radicale è nata Agricola Ombra: un agricamping poetico, un podere condiviso, un laboratorio di umanità dove natura, relazioni e ospitalità si intrecciano con rispetto e lentezza. Oggi questo luogo è diventato un crocevia di viaggiatori, contadini e idealisti che trovano nel silenzio del bosco un nuovo modo di vivere.
Un’intuizione nella natura: così è nata Agricola Ombra
Tra le colline che si stendono tra Volterra e Pisa, nascosto da querce secolari e sentieri dimenticati, si trova Agricola Ombra. Ma non è un luogo che si incontra per caso: è un posto che ti trova. Nove anni fa, Caterina Gazzotti e Francesco Segre Reinach – lei manager digitale, lui architetto globetrotter – si sono innamorati di questo lembo di terra selvaggia e dimenticata. Non fu una fuga, né una ribellione, ma una scelta precisa, “una lucida follia”, come la definisce Caterina. La loro avventura inizia così: con il gesto semplice e radicale di ricominciare da un bosco.
Poco distante dal borgo di Lajatico, celebre per il Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli, Agricola Ombra si colloca in un paesaggio che resiste alle cartoline. Qui regnano il silenzio, il vento, la biodiversità. Francesco lo descrive come un ecosistema che “parla”: un luogo dove il tempo si misura con i versi degli animali e non con l’orologio. È da questo ascolto attento del territorio che nasce la filosofia di Agricola Ombra: rispettare, osservare, integrarsi.
Dalle rovine alla rinascita: una casa, un progetto, una comunità
Nel cuore del bosco sorge La Casina, l’antico podere abbandonato dagli anni ’70. Quando Caterina e Francesco lo scoprono, è poco più che un rudere. Ma dietro ogni pietra c’è una memoria, e con il supporto della comunità di Lajatico, la coppia riporta lentamente in vita questo luogo. Imparano a potare gli ulivi, ad ascoltare il terreno, a ricostruire con le mani e con il cuore. La rinascita di La Casina diventa un gesto collettivo, fatto di ospitalità informale e relazioni inaspettate.
Contadini del posto passano per un caffè, giovani viaggiatori arrivano da tutto il mondo grazie a Workaway e WWOOF. Ospiti e amici si ritrovano a cucinare, lavorare, condividere. Il tavolo sotto il portico, segnato dal sole e dalle cene conviviali, è diventato simbolo di questa comunità in movimento. Agricola Ombra è un progetto aperto: accoglie, cambia, cresce con chi lo attraversa.
Dormire sotto le stelle, cucinare insieme: l’agricamping come forma di vita
Tre anni fa, nella parte più ombrosa del podere, sono comparse quattro grandi tende in cotone spesso, disegnate da Francesco. Sembrano velieri fermi in un mare di verde. Costruite con legno carbonizzato secondo l’antica tecnica giapponese dello shou sugi ban, queste strutture minimali offrono un’esperienza che non ha nulla a che vedere con il glamping di lusso tradizionale: qui si dorme sotto le stelle, si cucina insieme con i prodotti dell’orto, si respira davvero.
Il comfort è essenziale ma pieno di senso: letti in ferro battuto, lanterne, tappeti tessuti a mano, niente wi-fi. Il vero lusso è l’ombra fresca del bosco, il canto dei gufi, la pioggia che tamburella sulla tela all’alba. “Offriamo possibilità, non servizi” sintetizza Caterina. La cucina comune è il cuore pulsante di Agricola Ombra, dove si preparano passate di pomodoro, conserve e marmellate con i frutti della terra. È un’agricoltura poetica, un’ospitalità partecipata, dove anche il tempo sembra rallentare.
Etica del costruire e visione del futuro: un sogno che continua
Francesco ha plasmato ogni struttura del podere con un’attenzione quasi sacra al paesaggio. Dai bagni in pietra a secco alle docce tra gli alberi, tutto dialoga con il bosco senza invaderlo. Materiali locali, nessun impatto visivo o ambientale. “Sostenibilità vuol dire costruire poco e pensare molto”, afferma. Caterina, con il suo background digitale, ha dato forma alla visione con pazienza, tenacia e realismo. Insieme, incarnano un equilibrio raro: creatività radicale e concretezza gestionale.
Il futuro di Agricola Ombra? Strutture che permettano di accogliere anche d’inverno, sempre con la stessa filosofia: niente plastica, rifiuti ridotti al minimo, acquisti locali, etica condivisa. «Non imponiamo nulla – dice Francesco – ma chi viene qui sente che può essere parte di un progetto più grande». Al tramonto, intorno al fuoco, tra il profumo del pane e il silenzio degli alberi, Agricola Ombra rivela la sua vera natura: non un luogo di vacanza, ma una micro-utopia che lascia un’impronta profonda in chi la incontra. Un’esperienza che cambia, che resta, che mette radici.