New York torna a essere il palcoscenico glamour di “Il diavolo veste Prada 2”, e Anne Hathaway incanta ancora nei panni di Andy Sachs. Questa volta, però, non si tratta di foulard Hermès e stivali Chanel, ma di un look che fonde maturità stilistica e accenti rétro-chic. Tra blazer in suede, stivaletti pitonati e borse cult firmate Valentino, l’attrice ci mostra un’Andy cresciuta, consapevole e assolutamente fashion forward. La trasformazione non è solo estetica: è un’evoluzione narrativa che prende forma a ogni scatto rubato dal set.
Un look grown-up con sapore da insider
Anne Hathaway percorre nuovamente le strade della Grande Mela come Andy Sachs, ma con un’immagine completamente rinnovata. Il completo in suede marrone cioccolato, i jeans morbidi e il foulard di seta blu e oro suggeriscono uno stile sofisticato, più maturo e deciso. Gli occhiali da sole oversize completano il look di un’Andy diventata fashion insider, più vicina alle passerelle parigine che ai corridoi della redazione. La trasformazione è evidente: Andy non corre più dietro alle mode, le detta.
A rendere l’ensemble ancora più potente, ci pensa la nuova Nellcôte Bag di Valentino Garavani, firmata Alessandro Michele. Realizzata in suede marrone con frange e borchie, è già un oggetto del desiderio tra i fashionisti. Ai piedi, stivaletti pitonati con tacco largo: eleganti, forti, ideali per una donna che non ha più bisogno di dimostrare nulla. L’Andy di oggi è una creativa affermata, e il suo outfit lo racconta con precisione millimetrica.
Il ritorno di Miranda? Una nuova tensione narrativa
Nonostante l’aria da vincente, alcune immagini suggeriscono che Andy non abbia ancora lasciato il suo passato del tutto alle spalle. In un’altra scena, la vediamo in un look monocromatico più casual ma altrettanto d’impatto: maxi t-shirt strutturata, pantaloni cargo con tasche tecniche e un lungo spacco laterale. La tensione tra comfort urbano e audacia stilistica dà vita a una nuova dinamica visiva, più giovane ma non meno potente.
Le décolleté bianche di Prada a punta affilata aggiungono un tocco di rigore, mentre la collana chunky in metallo e la cartellina nera evocano immediatamente il mondo di Runway. In questo look, Anne sembra inseguire ancora Miranda Priestly, ma con una nuova consapevolezza. È forse l’inizio di un’altra sfida? Un nuovo ciclo professionale per Andy? La narrazione sembra suggerire possibilità ancora aperte.
Moda come linguaggio, non come nostalgico déjà-vu
Quello che colpisce davvero in queste immagini dal set è l’uso consapevole della moda come linguaggio narrativo. Anne Hathaway, attraverso i suoi outfit, non si limita a evocare la memoria di un personaggio iconico: la riscrive in chiave moderna. Le scelte di stile sono pensate per raccontare una trasformazione, non solo estetica ma anche personale e professionale.
Questo approccio potrebbe permettere al sequel di liberarsi dalla trappola della nostalgia fine a se stessa. Se la narrazione seguirà la stessa coerenza dei look, “Il diavolo veste Prada 2” potrebbe diventare molto più di un revival: un nuovo racconto, pungente e attuale, su cosa significa essere donne nel mondo della moda oggi.
Andy Sachs è cresciuta, e la moda lo dimostra
La differenza più marcata rispetto al film originale sta proprio nella postura narrativa della protagonista. Andy oggi è un personaggio che ha trovato la propria voce, che gioca le sue carte con sicurezza e consapevolezza. Lo stile ne è la dimostrazione: niente più abiti imposti o trasformazioni forzate, ma una sartorialità coerente con la sua crescita.
In questo senso, il sequel si preannuncia come un racconto di evoluzione, in cui la moda non è più un mezzo di pressione ma uno strumento di espressione. Il pubblico non assiste più alla nascita di una fashionista, ma all’affermazione di una donna che sa chi è e cosa vuole. E lo comunica, prima di tutto, attraverso ciò che indossa.