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Suzanne Lindon: “Il 2025 è l’anno della gioia e della fiducia”

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A soli 25 anni, Suzanne Lindon si conferma come una delle voci più interessanti del cinema francese contemporaneo. Dopo l’attenzione ricevuta a Cannes per The Coming of the Future di Cédric Klapisch, l’attrice parteciperà anche a Voilà c’est fini di Gustave Kervern e ha co-scritto con Claire Denis l’attesissimo Le Cri des gardes, previsto per il 2026. Un anno decisivo, che lei stessa definisce di gioia e fiducia, segnato da collaborazioni con registi iconici e nuove sfide artistiche che consolidano il suo percorso già sorprendentemente maturo.

Un anno di conferme e nuove fiducie

Secondo Suzanne, il 2025 non è tanto un anno di prove, quanto un periodo di apertura, riconoscimenti e fiducia reciproca. La scelta di registi come Claire Denis e Cédric Klapisch, che hanno creduto in lei, ha avuto per lei un significato profondo. La collaborazione con Denis, in particolare, è stata descritta come una delle esperienze più preziose della sua carriera: non solo perché ha partecipato alla scrittura di un film, ma per l’onore di entrare nel mondo creativo di una regista che ammira fin da bambina.

Klapisch, d’altro canto, le ha dato un vero senso di accoglienza, trattandola fin da subito come parte della sua “famiglia cinematografica”. La frase che lui le ha rivolto – “Benvenuta a casa mia” – ha rappresentato una svolta emotiva e professionale. Suzanne racconta come questo gesto l’abbia aiutata a rafforzare la fiducia in se stessa e a sentire di appartenere davvero a quel mondo, senza compromessi o timori.

Sul set con Cédric Klapisch

Lavorare con Cédric Klapisch è stata per Suzanne un’esperienza intensa e stimolante. Lo descrive come un artista che sa essere rigoroso e preciso, ma con una leggerezza quasi danzante. Secondo l’attrice, il regista affronta ogni progetto con lo sguardo di un pioniere, anche dopo oltre trent’anni di carriera. In The Coming of the Future, Klapisch ha affrontato il tema del tempo e della transizione tra epoche, creando una narrazione sfaccettata, immersa in una Parigi che si rivela inedita persino per lui.

Suzanne ammira la sua capacità di condurre il set con umanità e divertimento. Dice di aver imparato da lui l’importanza di giocare, di mantenere viva la componente ludica del mestiere. Questa libertà di esprimersi, accompagnata dalla precisione artistica di Klapisch, ha reso il lavoro sul film un momento di crescita eccezionale. Una lezione preziosa che porterà con sé in tutte le prossime esperienze cinematografiche.

La scrittura con Claire Denis

Il legame con Claire Denis è molto più che una semplice collaborazione professionale. Suzanne racconta l’esperienza di scrivere insieme alla regista come un’immersione in un universo artistico colto, stratificato e denso di storia. Claire, che ha iniziato la sua carriera con Wim Wenders e ha attraversato decenni di cinema d’autore, ha aperto per Suzanne uno spazio di dialogo ricco di racconti, aneddoti e riferimenti che hanno influenzato profondamente il suo modo di pensare il cinema.

Scrivere un film insieme non è stato solo un atto creativo, ma un segno potente di fiducia. Suzanne considera questo invito come un gesto raro e toccante: essere riconosciuta non solo come attrice, ma come mente creativa, in un processo di confronto tra generazioni e sensibilità. È convinta che prima o poi reciterà anche diretta da Claire, ma già ora sente di aver ricevuto un dono immenso e irripetibile.

Moda come espressione autentica

Anche nel mondo della moda, Suzanne ha trovato alleati e ispirazioni significative. Dopo l’esperienza con Hedi Slimane, che l’ha resa volto di Celine permettendole di essere se stessa in piena libertà, l’attrice ha sfilato per Miuccia Prada, icona che ammira sin dall’infanzia. La moda per lei non è mai stata superficie, ma uno spazio in cui inserire significati, emozioni e gioco. Il suo approccio è vicino a quello di Sofia Coppola: personale, sensibile e carico di autenticità.

Con Miuccia Prada, l’incontro è stato quasi intimo. Suzanne racconta con emozione di come, fin da bambina, osservasse la madre indossare capi Miu Miu, associandoli a un mondo magico e femminile. Quando le è stato proposto di sfilare per il brand, non ha esitato un attimo. Non era solo moda: era un’opportunità di entrare nel mondo di una mente artistica brillante, capace di coniugare eleganza e profondità, cinema e visione. Un’altra prova che la fiducia e la libertà sono i veri temi di questo suo straordinario 2025.

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