In Etiopia, il brand Zeraf fondato da Beza Mengistu è l’esempio concreto di come artigianato locale e cooperazione internazionale possano unirsi per creare un modello di moda etica, sostenibile e inclusiva. Sostenuta da progetti di AICS e UNIDO, Mengistu ha trasformato il design in un linguaggio universale di riscatto, offrendo opportunità economiche e creative a donne e giovani. La sua missione è chiara: celebrare l’identità culturale, rompere barriere sociali e costruire un futuro in cui la moda sia sinonimo di dignità e libertà.
La nascita di Zeraf e il valore dell’artigianato
Zeraf è più di un brand: è il frutto della visione di Beza Mengistu e del sostegno della cooperazione italiana, che ha permesso di sviluppare hub produttivi ad Addis Abeba. Insieme a organizzazioni come EIFCCOS e LOMI, e nei quartieri di Merkato e Kirkos, la designer ha contribuito a creare posti di lavoro e a mantenere occupazione, trasformando la moda in un mezzo di inclusione sociale. Ogni collezione nasce dall’incontro tra tradizione tessile etiope e design contemporaneo, celebrando materiali e tecniche artigianali locali.
Mengistu vede la creatività come strumento politico e culturale. Nei suoi laboratori, insegnare competenze e garantire mercati equi non è solo un’attività economica, ma un atto di emancipazione collettiva. Ogni capo prodotto racconta storie di donne che hanno ritrovato voce e dignità, trasformando la moda in un linguaggio capace di abbattere stereotipi e costruire comunità. Per lei, realizzare abiti significa anche disegnare un futuro sostenibile e inclusivo, dove la bellezza va di pari passo con il rispetto delle persone.
Tradizione, innovazione e leadership femminile
Guidare un’impresa in Etiopia significa muoversi tra la ricchezza culturale del passato e le sfide della modernità. Mengistu ha saputo trovare un equilibrio, creando un marchio che affonda le radici nella tradizione ma guarda all’innovazione come leva di cambiamento. Il suo lavoro dimostra che una donna può essere custode della propria identità e al tempo stesso leader visionaria, aprendo nuove strade per le generazioni future. La sua esperienza nel Creative Hub di Addis Abeba è la prova che artigianato e tecnologia possono convivere armoniosamente.
Questo percorso non è solo personale, ma collettivo: ogni conquista è vista come patrimonio condiviso, capace di ispirare altre donne a superare pregiudizi e limiti imposti. Mengistu considera la leadership femminile un elemento essenziale per costruire un’economia sana e una società inclusiva. Il suo impegno è orientato a creare modelli imprenditoriali che possano essere replicati, in cui l’autenticità culturale diventa motore di sviluppo e la creatività uno strumento di autodeterminazione.
Un messaggio alle nuove generazioni
Beza Mengistu parla alle giovani donne africane con parole che combinano orgoglio e incoraggiamento. La sua filosofia è chiara: abbracciare le proprie radici, raccontare la propria storia e non temere di infrangere le regole. Secondo lei, l’identità è una risorsa unica, un superpotere da coltivare attraverso formazione, passione e fiducia in se stesse. Non si tratta solo di fare moda, ma di costruire una rete di sostegno e di lasciare un’eredità che possa migliorare la vita degli altri.
Le collezioni di Zeraf, nate dalla collaborazione con artigiane locali, sono esempi concreti di come la moda possa diventare strumento di emancipazione. Grazie a queste collaborazioni, le donne coinvolte non ottengono soltanto un reddito, ma anche riconoscimento sociale e autonomia. Mengistu invita le nuove generazioni a non limitarsi a sognare, ma a trasformare i propri obiettivi in azioni concrete, ricordando che il vero successo si misura nella capacità di creare impatto positivo e duraturo nella comunità.
Moda etica e cooperazione internazionale
La presentazione di Zeraf a CODEWAY 25 ha dimostrato come la cooperazione italiana possa essere catalizzatrice di un sistema moda più umano e sostenibile. L’evento, organizzato da Fiera Roma e Internationalia, ha riunito stiliste, imprenditrici e operatori della cooperazione in uno spazio inclusivo e partecipato. Panel e interventi hanno messo in luce la moda come strumento di cambiamento sociale, promuovendo il lavoro femminile e la valorizzazione delle identità culturali.
Tra gli interventi più significativi, quelli di Simone Cipriani e Stella Jean, che hanno ribadito l’importanza di un’industria della moda decoloniale e inclusiva. Progetti come “Fashion for Fragile Ecosystems” o “INNOVA” in Niger mostrano come l’artigianato locale possa generare sviluppo sostenibile e autonomia economica per le donne. In questo contesto, Zeraf rappresenta un modello virtuoso: unendo creatività, cooperazione e responsabilità sociale, dimostra che la moda può essere un ponte tra culture, un motore di crescita e un’arma potente per l’emancipazione.