Rei Kawakubo ha rivoluzionato il mondo della moda fondando Comme des Garçons a Tokyo nel 1969. Con il suo approccio radicale, ha scardinato le convenzioni estetiche e ridefinito il concetto di abito, trasformandolo in linguaggio artistico. Dal debutto a Parigi con l’iconica collezione “Hiroshima Chic” fino alle collaborazioni internazionali, il marchio continua a incarnare un’estetica anticonvenzionale. Tra simbolismi, sperimentazioni materiche e visioni decostruttive, Comme des Garçons resta un punto di riferimento per chi cerca nella moda un’esperienza culturale e creativa.
Le origini di un linguaggio rivoluzionario
Fin dagli inizi, Rei Kawakubo ha dato vita a una visione estetica che sfidava le convenzioni della moda. Con Comme des Garçons, la stilista giapponese ha messo al centro la libertà del corpo, sottraendolo a rigidi codici di genere e proponendo silhouette asimmetriche, tessuti atipici e costruzioni complesse. La scelta del nome, “come i ragazzi”, sottolinea l’intenzione di creare abiti liberi da stereotipi e funzionali, lontani dall’idea di femminilità come strumento di seduzione. In questo modo, la sua moda si è configurata come un atto politico oltre che estetico.
Il debutto ufficiale a Parigi nel 1981, con la collezione “Hiroshima Chic”, sancì una rottura radicale rispetto alle tendenze degli anni Ottanta, dominati da opulenza e glamour. La stampa europea coniò l’espressione “anti-fashion” per definire l’impatto delle sue creazioni scure e decostruite, considerate dissonanti rispetto all’epoca. Eppure, quella definizione si trasformò presto in un riconoscimento della sua unicità: Kawakubo non intendeva distruggere la moda, ma ridefinirla attraverso nuove forme di espressione.
Collaborazioni e sperimentazioni artistiche
La carriera di Kawakubo è segnata da una continua contaminazione tra moda e altre discipline artistiche. Memorabile fu la collaborazione con il coreografo Merce Cunningham per la performance “Scenario” del 1997, dove abiti e movimento si intrecciavano in una riflessione sulla relazione tra corpo e spazio. La collezione “Body meets dress, dress meets body” della stessa stagione restò nella storia per le silhouette imbottite e deformate, che ridefinivano il concetto stesso di vestibilità, trasformando l’abito in una scultura vivente.
Anche la comunicazione visiva ha avuto un ruolo fondamentale. Le campagne pubblicitarie firmate da artisti come Cindy Sherman e Colier Schorr hanno contribuito a consolidare l’identità del marchio, presentando l’abito come mezzo narrativo e provocatorio. Allo stesso modo, la rivista “Six”, pubblicata dal 1988 al 1991, testimoniava la volontà di Rei Kawakubo di esplorare il sesto senso creativo attraverso immagini, fotografie e opere d’arte. Ancora oggi, quelle pubblicazioni sono considerate veri oggetti di culto dai collezionisti.
Profumi, hairstyling e nuove visioni estetiche
Come des Garçons non si è limitato all’abbigliamento. Nel 1994 nacque la prima fragranza del marchio, inaugurando una linea di profumi sperimentali che rompevano gli schemi olfattivi. Essenze di catrame, gomma o inchiostro vennero trasformate in accordi inaspettati, dando vita a composizioni che sfidavano il concetto tradizionale di profumo. Tra i più celebri, la serie “Synthetic” e l’omaggio ad Andy Warhol con “You’re In” hanno testimoniato l’audacia creativa del brand.
Parallelamente, l’hairstyling ha assunto un ruolo quasi teatrale nelle sfilate. Grazie alla collaborazione con Julien D’Ys, le modelle hanno sfilato con acconciature scultoree, realizzate con materiali di recupero e costruzioni ardite che amplificavano l’impatto visivo degli abiti. Questo approccio ha reso ogni passerella un’esperienza multisensoriale, dove moda, arte e performance si fondono. Così, Comme des Garçons ha definito un linguaggio scenico inimitabile, lontano dalla semplice esposizione di capi d’abbigliamento.
Dover Street Market e l’eredità culturale
Oltre alla moda, Rei Kawakubo ha lasciato un segno anche nel mondo del retail fondando nel 2004, insieme al marito Adrian Joffe, Dover Street Market. Più che un negozio, si tratta di uno spazio concettuale che unisce moda, arte e design in un’esperienza immersiva. Nato a Londra, oggi è presente in città come Tokyo, New York, Los Angeles e Parigi, diventando un hub creativo che ospita brand emergenti e progetti innovativi selezionati con cura dalla stilista.
Il riconoscimento istituzionale è arrivato nel 2017 con la retrospettiva “Rei Kawakubo/Comme des Garçons: Art of the In-Between” al Metropolitan Museum of Art di New York. L’esposizione di 140 modelli ha esplorato i dualismi che caratterizzano il suo lavoro: moda e anti-moda, presenza e assenza, corpo e costruzione. Una celebrazione che ha confermato Rei Kawakubo come una delle figure più visionarie della moda contemporanea, capace di trasformare il concetto di abito in un’espressione filosofica ed estetica senza confini.