La bevanda che promette concentrazione, immunità e una silhouette snella merita davvero tutta questa attenzione? Con oltre 72.000 menzioni su TikTok e un mercato in forte espansione, il “caffè ai funghi” si è imposto come la nuova ossessione del wellness. Ma dietro il nome poco invitante, ci sono davvero benefici concreti? Abbiamo chiesto chiarimenti a due esperte: la nutrizionista Marta Marcè e Lindsay Warner, editor di Harvard Health Publishing. Ecco cosa abbiamo scoperto.
Cos’è il caffè ai funghi e perché è diventato popolare
A differenza di quanto il nome possa far pensare, non si tratta di una pozione a base di champignon. Il caffè ai funghi è una miscela tra caffè tradizionale e funghi medicinali, come reishi, chaga, lion’s mane e maitake, noti da secoli nella medicina tradizionale cinese per le loro proprietà adattogene. Dopo l’essiccazione, i funghi vengono ridotti in polvere e aggiunti al caffè, creando una bevanda con gusto leggermente terroso ma sorprendentemente piacevole.
Secondo i suoi sostenitori, questa combinazione offrirebbe il meglio dei due mondi: la carica del caffè e le proprietà benefiche dei funghi. Tra i benefici più citati ci sono la capacità di migliorare l’attenzione, rinforzare il sistema immunitario, migliorare la qualità del sonno e accelerare il metabolismo. Quest’ultimo punto, in particolare, è quello che più ha catturato l’interesse di chi cerca di perdere peso in modo naturale.
Cosa dice davvero la scienza
Nonostante le promesse siano affascinanti, la ricerca scientifica è molto più cauta. “L’idea di aggiungere funghi medicinali al caffè è interessante e ha una sua logica, ma le prove sono limitate”, spiega Lindsay Warner. Gli studi più promettenti sui funghi sono stati condotti su animali o in vitro, mentre i dati sugli esseri umani sono ancora scarsi.
Marcè conferma: “Sebbene i funghi contengano composti con potenziali effetti positivi, come i beta-glucani, la loro biodisponibilità è un problema. Se la polvere usata nel caffè non è un estratto purificato, ma solo fungo macinato, l’organismo potrebbe non riuscire ad assorbire i principi attivi a causa della parete di chitina che li protegge”.
Inoltre, la maggior parte dei prodotti in commercio contiene dosaggi troppo bassi per essere efficaci: si parla di 250-500 mg per tazza, contro i 2-3 grammi utilizzati negli studi clinici più affidabili. E non sempre è chiaro se venga utilizzata la parte più attiva del fungo (il corpo fruttifero) o il semplice micelio, molto meno potente.
Funghi benefici, ma non nel caffè?
Non si discute l’interesse della comunità scientifica per i funghi medicinali: numerose ricerche suggeriscono che possano avere proprietà immunostimolanti, antiossidanti e persino anticancro. Tuttavia, come sottolineano entrambe le esperte, questi studi non sono stati condotti specificamente sul caffè ai funghi.
La trasformazione industriale, l’essiccazione e la miscelazione con il caffè possono alterare i composti benefici e ridurne l’efficacia. Inoltre, la presenza di caffeina può interferire con alcuni principi attivi. Risultato? Non è detto che i benefici attribuiti ai funghi medicinali sopravvivano alla tazza di caffè.
Una scelta che va oltre i benefici
Il caffè ai funghi potrebbe non essere la panacea promessa dai social, ma ciò non significa che sia da evitare del tutto. Con un contenuto ridotto di caffeina rispetto al caffè tradizionale, può rappresentare una buona opzione per chi cerca un’alternativa più leggera, soprattutto se si è sensibili agli effetti stimolanti.
“Se una persona gradisce il sapore, non ha particolari esigenze cliniche e vuole provarlo per curiosità, non ci sono controindicazioni serie”, conclude Marcè. “L’importante è non aspettarsi miracoli, e valutare sempre la qualità del prodotto acquistato”. E forse è proprio questa la lezione più utile: informarsi bene, distinguere tra suggestione e evidenza, e bere consapevolmente, anche quando si tratta della bevanda più in voga del momento.