Claudia Schiffer compie 55 anni il prossimo 25 agosto e si racconta in un’intervista esclusiva, tra ricordi delle passerelle, scatti leggendari a Roma firmati Arthur Elgort e riflessioni sulla bellezza, la longevità e il futuro. La supermodella tedesca ripercorre i momenti più iconici della sua carriera, dalla scoperta a Düsseldorf alla consacrazione come una delle top model più riconoscibili degli anni ’90. E lo fa con la lucidità e la grazia di chi ha saputo trasformare la bellezza in uno strumento di consapevolezza.
Un’icona tra Roma e leggenda
C’è un’immagine di Claudia Schiffer che attraversa il tempo come una cartolina intramontabile: lei, in posa tra i vicoli di Roma, fotografata da Arthur Elgort nel 1994. Quel servizio, pubblicato su Vogue America, è oggi riproposto in occasione del suo compleanno. Un tributo alla sua figura regale e magnetica, capace di rendere eterna anche una scena fugace. E proprio quella serie di scatti riaccende il legame tra la Schiffer e l’Italia, terra che l’ha sempre accolta con ammirazione.
In quelle immagini, l’eleganza e la compostezza tedesca si fondono con la sensualità mediterranea. «Mi sentivo una principessa moderna – racconta – mentre la città si stringeva intorno a noi come in un film». L’omaggio alla Roma di Vacanze Romane, con abiti in tonalità sorbetto e sandali peep-toe sui sampietrini, diventava così l’ideale incontro tra classicismo e modernità. E al centro, lei: “la Schiffer”, con quell’articolo determinativo che l’ha sempre distinta dalle altre.
Dal mito alla realtà: i segreti di una longevità radiosa
Oggi Claudia non teme lo specchio né il passare del tempo. Anzi: «Mi sento più sicura che mai. Più consapevole delle mie priorità, più attenta alla salute e a ciò che conta davvero». La sua quotidianità è fatta di equilibrio tra meditazione, alimentazione consapevole, allenamenti costanti e libertà di concedersi un dolce. Il suo mantra non è l’eterna giovinezza, ma la serenità che viene dall’accettazione: «La salute è più importante della perfezione estetica».
Dietro l’icona fredda e controllata – l’etichetta di “regina di ghiaccio” che non ha mai rinnegato – c’è una donna che ama la famiglia, le sorprese semplici e la marble cake per festeggiare il compleanno. Che si rifugia nella sua isola a Maiorca per ritrovare sé stessa. E che, pur restando un simbolo della moda internazionale, rivendica con orgoglio i suoi calzini sportivi bianchi nelle passeggiate in campagna. «Sembrano quelli di una turista tedesca a Maiorca, ma li porto con fierezza».
La memoria, la visione, l’eredità
Nel racconto di Claudia si mescolano consapevolezza e nostalgia. Il passato non è solo un archivio di immagini perfette, ma una fucina di insegnamenti e di incontri che l’hanno formata: «Arthur Elgort, Karl Lagerfeld, Avedon, Versace… Ho imparato tanto da ciascuno di loro. Molti erano italiani, e in qualche modo mi hanno adottata». Insieme a queste figure, c’è il ruolo fondamentale della famiglia: genitori presenti, una madre elegante e accudente, una rete solida su cui tornare ogni volta che lo stardom diventava eccessivo.
Quando si parla di “senza tempo”, Claudia non si sottrae, ma riflette: «Lo prendo come un grande complimento. Essere timeless significa restare fedeli a ciò che si ama e che resiste, anche quando il mondo cambia». E alla domanda se la bellezza sia stata una porta che si è chiusa o una che ha aperto, risponde con la consueta grazia: «Le mie porte verso la bellezza sono sempre rimaste spalancate».
Claudia, oggi
Nel 2025, la Schiffer non è solo un’icona da celebrare ma una voce da ascoltare. Perché nel suo modo di abitare l’immagine – e insieme decostruirla – c’è un insegnamento silenzioso e potente: si può essere perfette e reali, distanti e presenti, muse e madri, inarrivabili e profondamente umane. Oggi Claudia vive la gioia delle cose semplici: «Avere tutti i figli a casa, passare il tempo con mio marito, gustare un Martini al frutto della passione al tramonto. È questo che mi rende felice».
E se un giorno dovesse lasciare le scene, non sarebbe per paura di invecchiare, ma per la stessa perfezione che l’ha sempre guidata. Proprio come Bon Jovi che rinuncia ai concerti per rispetto della propria voce. Fino ad allora, però, resta sulla scena. Immobile nella leggenda eppure in continuo movimento. Come Roma. Come il tempo. Come la bellezza che non chiede permesso per esistere.