La settima edizione dei CNMI Sustainable Fashion Awards celebra il connubio tra creatività e responsabilità ambientale. Il premio, organizzato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, torna con l’obiettivo di valorizzare i protagonisti del fashion system impegnati in un cambiamento concreto. Il 27 settembre, durante la Milano Fashion Week, verranno premiate le realtà più virtuose del settore, con una giuria internazionale che riconoscerà l’eccellenza in dieci categorie. In evidenza anche i tre finalisti emergenti pronti a lasciare il segno.
Un laboratorio di idee per un futuro consapevole
I CNMI Sustainable Fashion Awards non sono solo un premio, ma un osservatorio attivo sul futuro della moda. Come afferma Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, si tratta di un “laboratorio aperto e inclusivo”, dove si intrecciano storie ispirazionali e visioni concrete. L’intento non è solo premiare, ma stimolare un percorso collettivo verso una maggiore consapevolezza ambientale e sociale, celebrando chi riesce a coniugare innovazione e valori sostenibili.
La cerimonia di premiazione avrà luogo il 27 settembre, durante la Milano Fashion Week. L’evento è sostenuto dalla collaborazione con la UN Alliance for Sustainable Fashion, The Bicester Collection e il Comune di Milano. Il premio mira a promuovere un cambiamento sistemico attraverso la valorizzazione di brand, designer e attivisti impegnati in cause come la circolarità, l’inclusione, la biodiversità e il benessere umano. Una vetrina internazionale che riflette l’urgenza di trasformare l’intero settore.
Dieci premi, una sola visione sostenibile
L’edizione 2025 assegnerà dieci riconoscimenti a personalità e aziende che rappresentano l’eccellenza nel campo della sostenibilità. Dalla valorizzazione dell’artigianato al contributo rivoluzionario, dalla lotta per l’inclusività alla difesa della biodiversità: ogni categoria evidenzia un aspetto fondamentale di un sistema moda più etico. Tra i premi anche quelli dedicati all’educazione d’eccellenza, all’impatto climatico e all’emergente designer dell’anno, sottolineando l’importanza di investire sulle nuove generazioni.
La giuria internazionale, composta da esperti e professionisti del settore, riflette la pluralità di prospettive che animano il fashion system contemporaneo. Tra i membri figurano Paola Deda (UN Alliance for Sustainable Fashion), Teneshia Carr (Blanc Magazine), Kerry Kennedy (Robert F. Kennedy Human Rights), Federico Marchetti (YOOX NET-A-PORTER), Chloe Mukai (ITC), e l’artista Michelangelo Pistoletto. Il gruppo è chiamato non solo a giudicare, ma a stimolare un dibattito culturale sulla sostenibilità creativa.
Il premio per i talenti emergenti
Accanto ai dieci premi principali, la CNMI in collaborazione con The Bicester Collection lancerà anche nel 2025 il riconoscimento speciale “The Bicester Collection for Emerging Designers”. Questo premio vuole sostenere il lavoro di nuovi designer impegnati nella sostenibilità, offrendo loro una piattaforma di visibilità e un programma di mentorship esclusivo. I finalisti avranno accesso a consulenze mirate con esperti del settore e a preziose opportunità di networking per sviluppare la loro visione creativa.
Il progetto punta ad accompagnare questi giovani talenti nel loro percorso professionale, fornendo strumenti e risorse per affrontare le sfide contemporanee del settore. Il vincitore avrà anche l’opportunità di presentare la propria collezione presso “The Apartment”, lo spazio riservato ai clienti privati di The Bicester Collection. Un’occasione importante per consolidare la propria identità estetica e portare avanti una moda rigenerativa e consapevole.
I tre finalisti: innovazione, cultura e recupero
Tra i finalisti selezionati per il premio emergente spicca Galib Gassanoff, ex co-fondatore di ACT N°1, oggi creatore di INSTITUTION. Il suo brand si propone come un collettivo artistico e sociale che lavora con materiali di recupero e fibre naturali, dando vita a pezzi unici in quantità limitate. Gassanoff intreccia il proprio background georgiano con una visione etica della produzione, con l’obiettivo di costruire una narrazione stilistica capace di generare impatto culturale e sociale.
Ana Tafur, designer e ricercatrice tessile, è la mente dietro SAKE, un progetto che unisce tecnologie ancestrali, co-creazione e biodiversità. Collaborando con comunità indigene delle Ande peruviane e dell’Amazzonia, Tafur realizza capi che sfidano i modelli produttivi tradizionali. Chiude la rosa Simone Botte con Simon Cracker, un brand che pratica l’upcycling in chiave radicale. Riutilizzando scarti e giacenze, crea collezioni che mirano a rompere gli schemi e dare nuova dignità all’imperfezione del riuso.