Dopo quasi dieci anni alla direzione creativa, Francesco Risso saluta Marni. Un addio che segna la conclusione di un capitolo audace e visionario nella storia della maison italiana del gruppo OTB. Il futuro resta tutto da scrivere, per lui e per il brand.
Un decennio di trasformazioni: l’impronta creativa di Risso
Dal 2016 a oggi, Francesco Risso ha ridisegnato l’identità di Marni. Il suo arrivo ha segnato la transizione da una visione intimista e sperimentale, nata sotto la fondatrice Consuelo Castiglioni, a un’estetica più eclettica, vivace, spesso surreale. Con Risso al timone, Marni ha trovato nuova energia, aprendosi a narrazioni multisensoriali, contaminazioni artistiche e una più ampia apertura verso il pubblico internazionale.
Le sue collezioni sono diventate un manifesto di libertà espressiva, spaziando dal romanticismo decostruito al pop art sartoriale, sempre con un forte focus su sostenibilità, teatralità e coinvolgimento. Non più solo abiti, ma esperienze. Performance. Sfilate-show dove ogni look raccontava una storia. Il suo Marni è stato un laboratorio creativo che ha sfidato i codici e ampliato i confini dell’alta moda.
Le collaborazioni che hanno fatto scuola
Uno degli aspetti più rivoluzionari del lavoro di Risso è stato il dialogo con l’arte e la musica. Sotto la sua direzione, le sfilate sono diventate vere e proprie esperienze immersive. Indimenticabile quella sotto il Manhattan Bridge nel 2022, dove lui stesso ha suonato il violoncello, o le successive “tappe” del Marni World Tour che hanno portato la maison a Tokyo e Parigi.
La moda ha incontrato il pop, il jazz, la danza contemporanea e l’elettronica. Le collaborazioni si sono moltiplicate, dai progetti con artisti visuali fino all’apparizione di Nicki Minaj al Met Gala 2024. Tra i fan più affezionati: Madonna, Rihanna, Kanye West. Tutti sedotti dalla visione libera e sovversiva dello stilista sardo.
Sotto la guida di Risso, Marni non è stata solo una maison, ma un linguaggio, un palco teatrale dove esprimere un nuovo tipo di lusso: imperfetto, fluido, profondamente umano.
Chi è Francesco Risso, l’enfant terrible della moda italiana
Classe 1982, nato su una barca al largo della Sardegna e cresciuto tra Genova e il mare, Francesco Risso ha sempre avuto uno spirito nomade. Dopo gli studi a Polimoda, FIT di New York e Central Saint Martins di Londra, ha fatto esperienza da Blumarine, Alessandro Dell’Acqua, Malo e, soprattutto, Prada, dove ha lavorato per otto anni a stretto contatto con Miuccia Prada.
Il 2016 segna il suo ingresso ufficiale in Marni, con un compito arduo: succedere a una fondatrice iconica e dare nuova linfa a un marchio di nicchia. Risso lo fa con coraggio e irriverenza, costruendo una narrativa in cui colore, asimmetria e psichedelia diventano cifra stilistica. La moda, per lui, è sempre stata un linguaggio personale, un atto poetico. E anche oggi, all’addio, sceglie parole cariche di emozione: «Marni è stata un laboratorio, un palcoscenico, un sogno…».
Marni dopo Risso: attesa e speculazioni
L’uscita di scena di Francesco Risso apre ora un nuovo capitolo nella storia della maison. Chi prenderà il suo posto? La domanda è aperta. Il gruppo OTB, guidato da Renzo Rosso, ha già dimostrato negli ultimi anni una propensione ai cambiamenti strategici. L’ultimo caso è stato quello di Glenn Martens, nominato direttore creativo di Maison Margiela nel 2024.
Si opterà per una promozione interna o per un nome esterno, magari di rottura? La prossima direzione creativa manterrà lo spirito eclettico di Risso o tornerà a un’estetica più minimalista e rigorosa, in linea con le origini del brand? Nel frattempo, il designer sardo promette “nuovi viaggi straordinari”.
E se ogni addio è anche un inizio, c’è da scommettere che sia per lui che per Marni l’alba che segue sarà tutt’altro che convenzionale.