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Golden Years, il produttore romano che ha trasformato l’inaspettato in un capolavoro

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Con “Fuori Menù”, il suo album d’esordio, Golden Years – alias Pietro Paroletti – si afferma come una delle voci più interessanti della scena musicale italiana contemporanea. Tra collaborazioni con nomi noti e talenti emergenti, il produttore romano costruisce un racconto sonoro che mescola autenticità, sperimentazione e radici nella scena indipendente capitolina. Un lavoro che nasce dall’improvvisazione e dalla libertà creativa, e che si rivela un manifesto personale e collettivo della nuova musica italiana.

Le origini di un produttore e la nascita di Golden Years

Pietro Paroletti, cresciuto in un ambiente familiare permeato dalla passione per la musica, si avvicina presto al mondo sonoro grazie all’insistenza del padre, che lo incoraggia a imparare a suonare. Durante gli anni del liceo scopre la figura del produttore musicale e ne resta affascinato, riconoscendo in quel ruolo la possibilità di coniugare creatività e tecnica. La scelta del nome d’arte “Golden Years” arriva quasi per caso, ispirata da un brano di David Bowie, con l’idea di evocare qualcosa di collettivo e non strettamente legato a una singola identità.

Il percorso verso la realizzazione di un album è stato naturale e spontaneo, frutto di un approccio privo di pressioni esterne. Il lavoro del produttore, per Pietro, non ha lati negativi evidenti: la possibilità di collaborare con artisti diversi, viaggiare e mantenere un costante stimolo creativo lo rende un mestiere unico e appagante. Questo entusiasmo si riflette in ogni fase della creazione musicale, dalla scrittura alla produzione, fino alla scelta degli artisti con cui condividere il progetto.

“Fuori Menù”: un disco nato dall’imprevisto

L’album “Fuori Menù” nasce da un’idea semplice: dare spazio a brani che non erano stati pianificati, ma che sono emersi spontaneamente durante momenti di ispirazione improvvisa. Molte tracce sono state concepite per divertimento, prima ancora di decidere di realizzare un disco. Questa spontaneità diventa l’elemento distintivo del progetto, in cui l’inaspettato diventa il motore creativo. Ogni brano è una sorpresa che prende forma in pochi minuti, dopo giorni di apparente silenzio creativo.

La soddisfazione di vedere l’album completo tra le proprie mani ha confermato a Pietro di aver raggiunto esattamente il suono che desiderava. “Fuori Menù” non è soltanto una raccolta di canzoni, ma una fotografia di un periodo di vita, arricchita dal contributo di quindici artisti e artiste. Brani come “Finita Burrasca” e “Titoli!” rivelano un’attenzione particolare alla costruzione di un percorso narrativo all’interno della tracklist, fungendo rispettivamente da punto di svolta e da epilogo cinematografico del disco.

Collaborazioni e radici nella scena romana

Uno degli elementi chiave di “Fuori Menù” è il forte legame con la scena musicale romana. Pietro collabora con amici e colleghi con cui condivide una stima reciproca e un approccio libero alla scrittura. Questa dimensione relazionale permette di lavorare in un clima di naturalezza, lontano dalle logiche più serrate dell’industria musicale milanese. Artisti affermati come Calcutta, Coez, Frah Quintale e Franco126 si alternano a voci emergenti come Lorenzza e Dov’è Liana, creando un equilibrio tra tradizione e innovazione.

Per gestire un album ricco di featuring, Pietro stabilisce fin dall’inizio i confini sonori e le caratteristiche che il progetto deve avere. Ogni artista viene scelto in base alla capacità di valorizzare questa visione complessiva, pur mantenendo una propria personalità distintiva nei singoli brani. Il risultato è un disco coerente, ma variegato, che offre un ritratto autentico della scena cantautorale e indie italiana contemporanea.

Visione artistica e influenze oltre la musica

Per Golden Years, la musica italiana non è affatto in declino: al contrario, vede crescere il talento e l’ambizione di scrivere belle canzoni. Il suo sound si fonda sulla fiducia nel proprio gusto personale, considerato l’unico mezzo per costruire un’identità sonora unica e riconoscibile. Questa convinzione lo porta a esplorare continuamente nuove possibilità, senza perdere di vista la coerenza del progetto artistico.

Le influenze di Pietro vanno oltre la musica: architettura, design e cinema alimentano la sua immaginazione e arricchiscono il processo creativo. L’illustrazione di copertina di “Fuori Menù”, firmata da Nick Dahlen, richiama suggestioni surrealiste che ricordano Dalì, dimostrando come la contaminazione tra arti possa dare vita a opere più complete. Tra i suoi ascolti recenti, spiccano nomi come Pino Daniele e Mkgee, segno di una curiosità musicale che abbraccia generi e generazioni diverse.

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