Il nuovo film di Paolo Sorrentino, La Grazia, inaugura la Mostra del Cinema di Venezia 2025 portando sullo schermo un racconto che intreccia potere, responsabilità e fragilità umana. Con Toni Servillo e Anna Ferzetti protagonisti, l’opera segna il ritorno del regista partenopeo sul palcoscenico che ne consacrò il talento. Un debutto che si carica di attese e riflessioni, trasformando la serata inaugurale del festival in un momento di dialogo tra cinema e società, tra dubbi individuali e responsabilità collettive.
Un sodalizio che segna il cinema italiano
Il rapporto artistico tra Paolo Sorrentino e Toni Servillo si rinnova con La Grazia, settimo incontro che continua a tracciare un percorso unico nella cinematografia italiana. Dai tempi de L’uomo in più fino all’interpretazione memorabile di Jep Gambardella in La grande bellezza, la loro collaborazione ha regalato figure iconiche, diventando simbolo di un cinema capace di raccontare la complessità dell’animo umano. Con il nuovo film, i due artisti ritrovano quella sintonia che ha fatto scuola, costruendo un linguaggio in cui regia e interpretazione si fondono senza barriere.
Servillo, nel ruolo del Presidente Mariano De Santis, porta in scena un personaggio che unisce autorevolezza e fragilità. L’attore campano restituisce allo spettatore un capo di Stato immerso in dilemmi morali, distante dai toni granitici della politica contemporanea. Sorrentino affida al suo interprete feticcio la missione di incarnare il dubbio come responsabilità etica, e il risultato appare come una nuova tappa fondamentale di un sodalizio che continua a interrogare non solo lo spettatore, ma anche il tempo che viviamo.
Il festival e il ritorno a Venezia
L’apertura del Festival di Venezia con La Grazia assume un valore simbolico che va oltre il semplice calendario della manifestazione. Sorrentino torna nella stessa cornice che nel 2001 lo vide debuttare e che nel 2021 gli consegnò il Leone d’argento. Ora, il regista si presenta con un’opera che unisce riflessione personale e ambizione universale, mostrando come il cinema possa ancora essere spazio di dialogo critico. L’evento inaugurale si trasforma così in un palcoscenico che celebra la continuità e l’evoluzione del suo percorso creativo.
Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra, ha sottolineato l’importanza di aprire il festival con un’opera “così personale e originale”. Non si tratta solo di un riconoscimento al talento di Sorrentino, ma anche di una dichiarazione programmatica del festival stesso: dare spazio a un cinema che non si limita a intrattenere, ma che interroga e smuove. La presenza di La Grazia in apertura sancisce quindi l’intreccio indissolubile tra il regista e Venezia, un legame che continua a rafforzarsi attraverso il tempo e le opere.
Il cuore tematico de La Grazia
Al centro del film emerge un concetto cardine: il dubbio. Per Sorrentino, La Grazia non è solo un’opera politica, ma un film d’amore declinato in molteplici forme. Amore per la moglie perduta, per i figli, per il diritto e per la possibilità stessa di interrogarsi. Il presidente interpretato da Servillo diventa così la personificazione di un potere che non si nasconde dietro certezze assolute, ma che riconosce la forza della fragilità. Un messaggio forte in un’epoca in cui le leadership sembrano sempre più arroccate e impermeabili.
Il film si propone dunque come un affresco morale, dove l’etica non è un concetto astratto, ma un elemento concreto che “tiene in piedi il mondo”. Sorrentino costruisce un racconto che intreccia paternità, responsabilità e ascolto, spingendo lo spettatore a riflettere sul valore di guidare senza smettere di interrogarsi. In un tempo segnato da polarizzazioni e da un uso sterile del potere, La Grazia restituisce l’immagine di un presidente che sceglie il dubbio come forma suprema di coscienza civile.
Produzione, cast e attese
Accanto a Toni Servillo, Anna Ferzetti porta sullo schermo un ruolo che arricchisce ulteriormente la narrazione, offrendo uno sguardo femminile e intimo sul mondo interiore del protagonista. Il cast contribuisce a creare una coralità che permette al film di superare il mero ritratto individuale, restituendo un mosaico di emozioni e contraddizioni. Ogni personaggio diventa tassello di un discorso più ampio che Sorrentino orchestra con la sua inconfondibile sensibilità visiva e narrativa.
Prodotto da The Apartment, società del gruppo Fremantle, insieme alla Numero 10 dello stesso Sorrentino e in associazione con PiperFilm, il film è atteso nelle sale senza che sia stata ancora annunciata una data precisa. L’attesa intorno all’opera cresce, alimentata da un’aura di mistero e dall’alto livello delle collaborazioni coinvolte. La Grazia si presenta così non solo come l’apertura ideale per il Festival di Venezia, ma anche come uno degli appuntamenti cinematografici più attesi del 2025, pronto a conquistare pubblico e critica internazionale.