Dal 18 al 22 settembre 2025, Londra diventa ancora una volta palcoscenico globale della moda con le sfilate dedicate alle collezioni primavera estate 2026. Sarà un’edizione speciale, la prima sotto la guida di Laura Weir come CEO del British Fashion Council, segnata da un calendario fitto di appuntamenti che alterna maison affermate e talenti emergenti. Tra attese conferme, debutti sorprendenti e qualche assenza illustre, la settimana promette di ridefinire l’identità culturale e creativa della capitale britannica.
Una nuova era per la London Fashion Week
Con il passaggio di consegne a Laura Weir, la London Fashion Week si prepara a una trasformazione profonda. L’ex direttrice di ES Magazine e consulente per Selfridges porta una visione strategica che coniuga creatività e competitività internazionale. Il suo obiettivo dichiarato è rafforzare la rilevanza culturale della manifestazione, rendendola un punto di riferimento non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per un pubblico più vasto e consapevole. La sua leadership segna la fine della lunga era di Caroline Rush, durata oltre sedici anni.
Secondo le prime dichiarazioni, Weir intende mettere i designer al centro della scena, sostenendone ambizioni e visioni. L’energia creativa di Londra sarà il filo conduttore di questa nuova edizione, con un calendario che mescola nomi consolidati e nuove voci. La città si conferma così laboratorio di sperimentazione, dove le passerelle diventano spazi narrativi capaci di riflettere i cambiamenti sociali e culturali contemporanei. Una scelta che promette di ampliare la portata internazionale della manifestazione.
Tra conferme e assenze nel calendario 2025
Il calendario ufficiale conferma la presenza di protagonisti ormai immancabili. Harris Reed aprirà la settimana, seguito da firme come Dilara Findikoglu, Richard Quinn, Simone Rocha, Erdem e Roksanda, fino al gran finale affidato a Burberry. Questi appuntamenti rappresentano i pilastri attorno a cui ruota la narrazione della moda britannica, tra sperimentazione e tradizione sartoriale. Ogni stilista porta con sé una cifra estetica unica, contribuendo a mantenere Londra come capitale eclettica e innovativa.
Accanto alle conferme, non mancano assenze significative. JW Anderson, Vivienne Westwood, Nensi Dojaka e S.S. Daley non parteciperanno con sfilate ufficiali. Tuttavia, JW Anderson organizzerà una cena in collaborazione con il British Fashion Council, mantenendo così un legame simbolico con l’evento. Queste mancanze aprono lo spazio a nuovi protagonisti e a una maggiore attenzione verso le piattaforme emergenti, rendendo l’edizione ancora più dinamica e imprevedibile.
I nuovi talenti e le sorprese in passerella
La piattaforma BFC NewGen continua a essere un trampolino fondamentale per i giovani designer, offrendo loro visibilità negli spazi di 180 Strand. In calendario figurano nomi come Oscar Ouyang, Lueder, Pauline Dujancourt, Johanna Parv e Charlie Constantinou, che portano sulle passerelle visioni fresche e sperimentali. Questo mix di stili rappresenta l’anima poliedrica della capitale britannica, capace di accogliere linguaggi diversi e di tradurli in moda contemporanea.
Tra le novità, spicca la sfilata di Conner Ives, noto per la maglietta Protect the Dolls a sostegno di Trans Lifeline. Abituato a sfilare a febbraio, questa volta presenterà la sua collezione a settembre, segnando un cambio di passo importante. Anche H&M sarà protagonista con The London Issue, evento concepito come esperienza immersiva che unisce moda, musica e immagini suggestive. Insieme, questi debutti promettono di ampliare il pubblico e offrire nuove prospettive sul rapporto tra moda e cultura popolare.
Laura Weir, il nuovo volto del British Fashion Council
Laura Weir porta con sé un bagaglio professionale ricco e diversificato. Giornalista di moda di lunga esperienza, ha lavorato per Drapers, The Sunday Times e British Vogue, fino a dirigere ES Magazine. Dopo aver fondato un’agenzia di strategia creativa nel 2019, ha collaborato con istituzioni come il Bafta e ha supervisionato i team creativi e di comunicazione di Selfridges. Questo percorso le ha permesso di sviluppare una visione trasversale, capace di unire comunicazione, cultura e business.
La sua nomina a CEO del British Fashion Council rappresenta una svolta che unisce autorevolezza editoriale e competenze manageriali. Weir si pone come figura di raccordo tra designer, istituzioni e pubblico globale, con l’intento di rendere la London Fashion Week più inclusiva e rilevante. Il suo approccio mira a rafforzare il legame tra moda e cultura, dando nuova linfa a un evento che ha sempre fatto della sperimentazione e della diversità la propria cifra distintiva.