Sofia Coppola torna dietro la macchina da presa con un progetto tanto atteso quanto sorprendente: Marc by Sofia, un documentario dedicato allo stilista Marc Jacobs, suo amico e collaboratore da oltre vent’anni. Il film, che sarà presentato fuori concorso all’82esimo Festival del Cinema di Venezia, racconta la storia di un artista capace di trasformare le proprie fragilità in forza creativa. Con il suo stile elegante e intimista, la regista offre un ritratto sincero e poetico di un uomo che ha saputo ridefinire le regole della moda contemporanea.
Un’amicizia lunga vent’anni
L’incontro tra Sofia Coppola e Marc Jacobs risale ai primi anni Duemila, quando entrambi stavano consolidando il proprio linguaggio creativo in campi diversi, ma con una sensibilità comune. «Quando ho conosciuto Marc — ha raccontato Sofia — ho capito subito che era diverso: naturale, ironico, autentico». Questa connessione immediata si è tradotta negli anni in una profonda amicizia, ma anche in un sodalizio estetico che ha lasciato tracce memorabili nella moda e nel cinema.
Nel documentario, Coppola ripercorre le tappe di questa relazione, fatta di fiducia reciproca e di visioni condivise. Dai servizi fotografici firmati Juergen Teller alla campagna per il profumo Daisy, passando per le passerelle di Louis Vuitton e le borse disegnate insieme, la loro collaborazione racconta una storia di stima e complicità. Ogni progetto diventa testimonianza di un linguaggio comune che ha saputo raccontare un’intera generazione con leggerezza e profondità.
Il linguaggio di un artista fragile e rivoluzionario
Il film mette al centro la complessità di Marc Jacobs: un uomo che ha saputo trasformare cadute personali e momenti di crisi in straordinari atti di creatività. Coppola racconta le sue insicurezze, il suo carattere a tratti schivo e le sue provocazioni pubbliche, mostrando come questi aspetti abbiano alimentato una carriera irripetibile. Non solo glamour, ma anche vulnerabilità e coraggio, tradotti in collezioni iconiche.
Una delle sezioni più intense del documentario è dedicata alla celebre sfilata improvvisata con Kim Gordon, messa in scena in strada durante la fashion week, fuori dalle regole e dagli spazi ufficiali. Quel gesto, spiegano le immagini e le testimonianze raccolte da Coppola, sintetizza alla perfezione l’anima anti-establishment di Jacobs: capace di scuotere un sistema spesso ingessato con una naturalezza disarmante.
Un racconto visivo intimo e poetico
La cifra stilistica di Sofia Coppola si riconosce in ogni inquadratura del documentario: una narrazione limpida, delicata, che privilegia dettagli e atmosfere rispetto agli eccessi spettacolari. Il suo sguardo restituisce il ritratto di un uomo e di un artista senza idealizzarlo, ma con affetto e rispetto. Un equilibrio sottile tra il privato e il pubblico, tra l’icona e la persona.
Il film alterna momenti d’archivio, immagini inedite, conversazioni confidenziali e sequenze che celebrano la creatività pura. Così facendo, Coppola costruisce una storia che non è solo quella di Jacobs, ma anche quella di un’intera epoca della moda, vista da chi l’ha attraversata con sensibilità, ironia e una consapevolezza rara.
Venezia come palcoscenico ideale
Portare Marc by Sofia alla Mostra del Cinema di Venezia è una scelta simbolica. La città lagunare, con il suo fascino sospeso tra bellezza e malinconia, diventa cornice perfetta per questo omaggio a un artista in bilico tra forza e fragilità. Alberto Barbera, direttore della Biennale, ha elogiato il documentario definendolo “un’opera che illumina la complessità di un genio contemporaneo con grazia e coerenza”.
Venezia, inoltre, conferma la volontà di Sofia Coppola di collocare il suo cinema in uno spazio di dialogo con l’arte e la cultura internazionale. Dopo aver conquistato Hollywood e Cannes, la regista sceglie la Laguna per svelare un progetto che parla di moda, amicizia e umanità, mostrando ancora una volta la sua capacità di raccontare storie universali attraverso uno sguardo unico.