L’evento equestre più glamour del Regno Unito torna a catalizzare l’attenzione dell’aristocrazia, dei fan della Royal Family e degli appassionati di moda, con una settimana di corse, look da favola e tradizioni secolari.
Un evento che fonde cavalli, mondanità e monarchia
Il Royal Ascot è in pieno svolgimento dal 17 al 21 giugno, e come ogni anno, richiama l’élite britannica e internazionale. Oltre 250mila spettatori assistono alle 35 gare in programma, incluso l’iconico Ladies’ Day del giovedì. Sebbene sia confermata la presenza di Re Carlo, è il nome di Kate Middleton — allergica ai cavalli, si dice — a dominare le conversazioni tra esperti e curiosi.
L’Ascot è più di un evento sportivo: è un momento di rappresentazione dell’identità britannica, con tutto il peso delle sue regole, etichette e simbolismi. L’atmosfera che si respira all’ippodromo è quella di una grande celebrazione dell’eleganza, dove l’appuntamento con i cavalli diventa quasi un pretesto per un rito sociale dal fascino ineguagliabile.
Alle origini di una tradizione secolare
Situato a pochi chilometri da Windsor, l’ippodromo di Ascot venne fondato nel 1711 per volontà della regina Anna, che individuò quel luogo durante una cavalcata. La prima corsa fu una competizione tra sette cavalli, ma bastò poco perché l’evento diventasse un appuntamento fisso nel calendario della monarchia. Dal 1825, la presenza della Royal Family in carrozza è parte integrante della cerimonia.
Nei secoli, il Royal Ascot si è trasformato in uno show mondano e mediatico, dove i riflettori non sono puntati solo sui purosangue ma anche su ospiti e celebrità. Dai look iconici di Audrey Hepburn in My Fair Lady fino agli outfit visionari visti sugli spalti, l’evento è diventato una vera e propria passerella di sartoria e stile, in bilico tra tradizione e stravaganza.
Le enclosures e l’arte della distinzione sociale
Parte del fascino del Royal Ascot risiede anche nella sua suddivisione in “enclosures” — spazi distinti con regole proprie. La più esclusiva è la Royal Enclosure, accessibile solo su invito o referenza personale, dove prende posto la famiglia reale. Seguono la Queen Anne Enclosure, la Village Enclosure e la più informale Windsor Enclosure, ciascuna con atmosfere e codici diversi.
Oltre allo spettacolo delle corse, ogni enclosure è teatro di tradizioni e rituali ben definiti, dai brindisi con champagne ai picnic gourmet. Anche la storia è piena di aneddoti: Lester Piggott resta il fantino più vincente con 41 anni di carriera, mentre il montepremi ha superato i 13 milioni di sterline. L’eleganza, però, è sempre la vera protagonista della scena.
Il dress code: tra rigore e creatività sartoriale
Nessun altro evento al mondo vanta un regolamento di stile tanto dettagliato quanto il Royal Ascot. Le regole risalgono al XIX secolo e al celebre dandy Beau Brummel, icona di eleganza maschile. Per accedere alla Royal Enclosure, gli uomini devono indossare tight grigio o blu, panciotto, cravatta e cilindro; le donne, invece, devono rispettare lunghezze, coperture e sfoggiare cappelli o fascinator.
Anche nelle aree meno formali come la Windsor Enclosure, lo stile resta essenziale: no a t-shirt o look sportivi. Ogni dettaglio è sotto osservazione e può decretare il successo o la débâcle di un outfit. Dai tacchi sobri ai cappelli scultura, l’abbigliamento all’Ascot non è solo una questione di moda, ma una forma di linguaggio sociale, dove ogni scelta racconta chi sei — e che posto occupi tra le file dell’eleganza.