Fondata a Londra nel 2006 da Lee Alexander McQueen, la Sarabande Foundation è diventata uno dei motori creativi più potenti e visionari al mondo. Questa fondazione filantropica sostiene da quasi vent’anni artisti e designer emergenti offrendo loro uno spazio di crescita libera e radicale. Dalle borse di studio alle residenze artistiche, dai programmi pubblici agli atelier, Sarabande è un laboratorio di futuro, che sfida convenzioni e nutre talenti anticonvenzionali. Con oltre 200 artisti supportati e una comunità internazionale sempre più ampia, la fondazione continua a incarnare lo spirito irriverente del suo fondatore, unendo arte, moda e coraggio creativo.
Oltre le regole: una comunità anarchica e solidale
Alla base della filosofia di Sarabande c’è la convinzione che il talento autentico non vada mai addomesticato. Come racconta la direttrice Trino Verkade, il fondamento della fondazione è attrarre artisti che sfidano le ortodossie, che coltivano dissenso e sperimentazione. Chi arriva a Sarabande è spesso qualcuno che non trova spazio altrove, che ha bisogno di libertà, dialogo e un ambiente dove esprimere senza filtri la propria urgenza creativa. La selezione è sempre un processo corale, che coinvolge esperti di diverse discipline — moda, cinema, arti visive, digitali — per assicurare una scelta aperta e plurale, fedele all’eredità di McQueen.
Questa filosofia si traduce in un ambiente dove gli artisti trovano uno spazio vivo, stimolante e affettuosamente critico. Lontano dalle logiche di mercato, Sarabande promuove una cultura della trasparenza emotiva, dove non si raccontano solo successi ma anche fragilità e fallimenti. Qui la caduta è vista come parte integrante del percorso creativo. Questa apertura rende la fondazione un porto sicuro per chi desidera esprimere la propria voce in modo autentico e radicale. «Cerchiamo sempre quel tocco anarchico», ripete Trino, «quel bisogno viscerale di espressione che non può essere ignorato».
Il valore delle relazioni orizzontali
Un aspetto unico di Sarabande è la comunità che si crea tra i residenti. Gli artisti non vivono l’esperienza come individui isolati, ma come parte di una vera famiglia. Trino incoraggia relazioni peer-to-peer che spesso durano molto più dei due anni della residenza. Queste relazioni, fatte di supporto reciproco e scambi sinceri, creano un tessuto affettivo che trascende il tempo e costruisce un vero senso di appartenenza. La Sarabande family, come la chiama Trino, è un network di alumni che torna, condivide esperienze, aiuta chi arriva dopo.
Questa idea di famiglia è più che una metafora: è una realtà palpabile negli studi, nei workshop e negli eventi della fondazione. Vedere ex residenti che collaborano con i nuovi arrivati o che si prendono cura gli uni degli altri è la prova concreta del valore di questo approccio. I legami che nascono a Sarabande sono spesso più forti di qualsiasi altra esperienza professionale e dimostrano che il successo creativo passa anche attraverso la capacità di costruire comunità. «Vedere quei legami nascere spontaneamente è la prova che stiamo facendo qualcosa di giusto», racconta Trino con emozione.
Un modello che ispira anche altrove
Sarabande non è solo un’esperienza locale, ma un vero modello per il mondo. La fondazione è stata la prima a proporre un approccio olistico e arricchito: studi, mentoring personalizzato e supporto emotivo insieme. Altre istituzioni hanno già chiesto la collaborazione di Sarabande per replicare questo sistema nei propri contesti. Trino conferma: «Abbiamo già aiutato altre fondazioni a nascere, e continueremo a farlo». L’obiettivo, ora, è crescere anche oltre i confini britannici, portando questo spirito radicale in altre città e altre comunità creative.
L’espansione internazionale è già in atto grazie alla presenza di Sarabande in fiere come Photo London, Paris Design Week e showroom a New York. La galleria e concept store House of Bandits è la piattaforma che consente agli artisti di essere visibili globalmente. «Siamo appena stati a Photo London con nove fotografe donne», dice Trino con orgoglio. «Vogliamo esserci in ogni contesto dove ci siano storie da raccontare, dalle vetrine di Parigi alle fiere di gioielleria. Il nostro è un progetto globale, in continua evoluzione».
Una call per chi osa
Quello che distingue davvero Sarabande è la capacità di riconoscere non solo il talento, ma l’urgenza creativa che lo anima. «Non cerchiamo l’opera perfetta», spiega Trino, «cerchiamo la necessità». Qui l’arte non è mai fine a sé stessa, ma nasce da un bisogno viscerale di dire qualcosa. Per questo chi arriva a Sarabande si sente accolto e accompagnato, senza la pressione di dover aderire a schemi prestabiliti. Il supporto offerto è completo, umano e personalizzato: dalle consulenze legali alla guida artistica, dai workshop alla visibilità internazionale.
Questo approccio flessibile e inclusivo fa sì che ogni artista possa trovare ciò di cui ha realmente bisogno, anche solo uno spazio dove sentirsi liberi di sbagliare. A Sarabande, il fallimento è parte del processo, un momento di crescita necessario. «Ci adattiamo, non applichiamo uno schema fisso», dice Trino. È un luogo che crede nella complessità, nella differenza e nella possibilità di sperimentare senza paura. Qui, ogni artista viene incoraggiato a esplorare, provare e, se serve, cadere per poi rialzarsi più forte e consapevole.